Mai come in queste ultime settimane sto ricevendo telefonate, sono parte di call, sono presente in scambi di mail stupefatte e scioccate.

“Non avrei mai immaginato tutto questo…”

È un sentimento comune, è la percezione che provi quando anche le cose più banali e spontanee come prendere un caffè al bar, una stretta di mano, stare tutti insieme in un ascensore vengono meno.

È disorientante, ti fa sentire vulnerabile. Ti fa sentire impotente.

È la percezione che ho letto negli occhi, che ho ascoltato nella voce, che ho visto tra le righe di tutte le parole dei miei clienti, dei miei colleghi, dei miei amici, della mia famiglia.

Nelle mie; fino a qualche giorno fa. 

Man mano che tutto diveniva più chiaro e più leggibile, lo sconforto e lo spaesamento hanno lasciato spazio alla determinazione.

Quando ero piccola e non sapevo cosa fare – dicevo di annoiarmi, mia mamma mi ammoniva dicendo:

“La noia non esiste, se non nella nostra testa. La noia non è adatta ad una bambina curiosa come te. Inventa con la tua intraprendenza qualcosa che la sconfigga.

La noia, non esiste”.

E da quando siamo diventati tutti parte di un’unica zona, di un unico stato d’emergenza, di un unico obiettivo comune di salvaguardia e cura di noi e dei connazionali; le parole di mia mamma continuano a fare rima nella mia testa e non mi abbandonano.

Mai come in queste ultime ore sto ricevendo telefonate, sono parte di call e sono presente in scambi di mail determinate e colme di messaggi di forza.

Siamo cauti e ce la faremo, che non vuol dire fermarsi.

Vuol dire agire, seppur restando apparentemente fermi.

Nascono idee per progetti speciali – veramente speciali e non per nomenclature del caso.

Nascono idee per iniziative sociali e di brand responsability.

Nascono idee continuamente e si lavora per concretizzarle.

Grazie a tutti gli addetti ai lavori.

Grazie a noi, che ci continuiamo a credere e che non molliamo un momento dalle nostre case e dai nostri posti.

Grazie alla perseveranza nel sapere che questa storia ci preparerà alla ri-costruzione.

Alla rinascita.

Ad uno sforzo ancora più importante di quello che stiamo facendo in questi giorni.

Grazie alla tecnologia, che ci sta rendendo possibile tutto. Tutto il possibile.

Mai come in questo momento la consapevolezza della forza del gioco di squadradell’intraprendenza e del credere che avere un obiettivo comune da raggiungere; mi convince del fatto che stare fermi non significa smettere di agire e crederci.

Riempiamo questo senso di vuoto, la famosa “noia” e crediamo fortemente in noi, in tutte le cose che ora è tempo di portare avanti e che la quotidianità frenetica forse non ci avrebbe permesso o ci avrebbe obbligato a rimandare.

Crediamo nel non fermarci ma continuare ad agire.

Stare fermi non significa smettere di agire.

Crediamoci. Perché se non lo facciamo noi, non può farlo nessun altro.