Quanta confusione c’è in questo periodo, la viviamo dentro noi stessi. Intorno a noi. 

E’ un’atmosfera surreale, un pò come quando viene il periodo di Natale e l’aria ha un sapore diverso.

Il sapore però questa volta è agrodolce. Un giorno ci sentiamo grintosi e combattivi, il giorno dopo un pò persi e sfocati.

È fisiologico, siamo umani.

Qualche mese fa ho avuto l’opportunità di parlare ai ragazzi di Tor Vergata di come l’empatia sia un processo prima di tutto interno e di costruzione.

E in questi giorni ci ho riflettuto, provando a pensare che potesse essere utile scriverci su.

Quindi andiamo a capire meglio insieme… Cosa è l’empatia?

Si tratta di un processo di comprensione autentica dell’Altro, del momento che sta attraversando, dell’accoglierne le sfumature della sensibilità. In una parola immedesimarsi, che non vuol dire diventare l’Altro; ma semplicemente comprenderlo.

Ognuno di noi, giorno dopo giorno, sta mettendo in pratica l’Empatia – ne fa esercizio con pazienza e creatività. 

Una delle regole fondamentali dell’Empatia è non giudicare il sentirsi vulnerabili, in primo luogo di noi stessi. 

Ma non sempre è facile accettare di trattarci in modo diverso, facendo degli aggiustamenti ai nostri comportamenti nel quotidiano.

Esattamente ciò che ci viene richiesto oggi.

Ma tranquilli, come sempre ad una sfida da affrontare esiste la soluzione.

In questo caso la sfida è: mi sento vulnerabile e sono chiamato a supportare il mio team di lavoro, i miei amici, i miei affetti – empatizzando con loro. Come fare?

La fase di shock è la fase della confusione più totale, durante la quale è fondamentale cercare di capire cosa si prova.

La fase di negazione è la fase della paura, in cui è importante cercare di razionalizzare il più possibile, in modo da avere un’idea più obiettiva possibile della situazione.

Poi c’è la fase di rivolta, la fase della reazione in cui è bene che le energie combattive vengano canalizzate verso la certezza di avere la capacità di farcela.

La fase della contrattazione, è quella che riguarda la negoziazione: l’arrivare ad un compromesso utile.

E poi c’è la tristezza, la fase che introduce quella dell’accettazione. 

Il momento che spinge a risalire.

Ed ecco l’accettazioneche si concretizza grazie all’auto-efficacia: un termine potentissimo a mio parere. Indica la convinzione che un essere umano possiede nel mettere in pratica con successo proprio quel comportamento, vincente, che gli permetterà di raggiungere e produrre i risultati attesi.

E’ questo il processo adattivo alle difficoltà, che in questo momento la Storia ci sta richiamando ad attraversare tutti insieme. Ognuno con i suoi tempi, ognuno con i suoi modi.

La buona notizia è che questo processo avviene in ogni situazione sfidante e che vale per tutti noi. Quindi ci può essere di supporto, anche nel relazionarci con gli altri.

Accettare insieme questo momento e tutto ciò che ci sta insegnando è una sfida grandiosa. Diamoci l’opportunità di fronteggiarla insieme – rispettosamente.