Sono un pò di giorni che non riesco a non pensare al momento che stiamo vivendo.

Non è un inizio di estate come tutti gli altri e non dico solo a livello climatico (con tutte le preoccupazioni che possono scaturire a livello di climate change etc.. su cui non mi dilungo, perché non credo sia questa la sede adatta) ma piuttosto per portato emotivo e soprattutto di affaticamento.

Siamo stanchi, esausti, sfibrati e questi sono solo alcuni dei termini che risuonano nelle chiacchierate con familiari, amici, colleghi, clienti: abbiamo bisogno di staccare, di andare .. non sappiamo bene dove, ma andare e non pensare per un pò.

Perché quello a cui siamo stati sottoposti in questi ultimi anni è stato troppo: troppo inimmaginabile.

Ci ha costretto, nel bene e nel male, a viverlo in attivo su altre preoccupazioni, vicissitudini, dolori da affrontare.

E il mondo che ci circonda non sembra aver capito e ci propone continuamente altre sfide, altri pensieri, altre scadenze da fronteggiare.

Se ci guardiamo intorno avremo solo voglia di spazi di libertà mentale e non solo. 

Spazi nostri, spazi dove creare, dove poter vivere senza il peso di una quotidianità che non ci lascia scampo. 

Avremo solo bisogno di rintracciare nuovamente la nostra dimensione.

Sto imparando, allo stesso tempo, che sta ad ognuno di noi il piacere e il dovere di poter creare il proprio spazio; dove tutto quello che amiamo fare prenda vita e definisca la propria anima per nutrire la nostra e farci sentire consapevolmente leggeri.

Perché questo avvenga, dobbiamo darci la possibilità di pensare di non poter controllare tutto, soprattutto in un momento di “tempesta” come direbbe Giulia Amoruso.

È per questo motivo che penso che chiedere aiuto alle persone giuste sia il segreto per costruire una dimensione nuova, nel business e non solo.

Persone che possano supportare nel rintracciare la nuova visione, che sta aspettando solo di essere visualizzata e messa in pratica.

Perché non è più tempo di pensare di dover essere super eroi per cercare di controllare tutti i possibili imprevisti (che potrebbero capitare) oppure soccombere alla quotidianità incalzante (che potrebbe farci sentire fragili).

Forse perché il tempo di ricostruire è arrivato.

Noi stessi con le nostre dimensioni, di cui prenderci cura, senza sentirci soli nel farlo.


Queste riflessioni nascono da diversi spunti:
Il brano The Post War Dream dei Pink Floyd
Riunioni, interviste, chiacchierate con amici, colleghi e clienti
L’articolo di Juice for Breakfast e il suo doodolino “Ti aiuto io” ☁️💜